Stress-block equivalente per il diagramma parabola–rettangolo

Stress-block equivalente per il diagramma parabola–rettangolo

Disclaimer. La discussione sottoriportata non contiene nulla di nuovo e i risultati sono disponibili praticamente in qualsiasi testo o dispensa che tratti l’argomento. Lo scopo principale, in questo come in gran parte degli altri post, è semplicemente quello di chiarirmi le idee e stendere degli appunti abbastanza chiari (almeno per me) e coerenti, senza alcuna pretesa di correttezza. D’altra parte, nel caso troviate interessante e valido il contenuto, chiedo solo gentilmente che vengano citati la fonte e l’autore.

Introduzione

Nell’analisi di una sezione in calcestruzzo armato soggetta a flessione semplice (Fig. 1), sotto le usuali ipotesi da calcestruzzo armato – per es. conservazione delle sezioni piane – è spesso utile, per il calcolo del momento flettente M, semplificare la distribuzione delle tensioni di tipo parabola-rettangolo con una distribuzione rettangolare (stress-block) equivalente.

Per “equivalente” si intende che la seconda distribuzione (quella semplificata) produca la stessa forza risultante e lo stesso momento risultante della prima, ossia l’integrale delle tensioni nel calcestruzzo compresso e la posizione del baricentro rispetto all’asse neutro devono assumere in entrambi i casi i medesimi valori.

Sketch of a simple reinforced concrete rectangular cross section subjected to bending
Figura 1. Rappresentazione schematica della distribuzione di deformazioni, tensioni e forze in una sezione rettangolare con armatura singola soggetta a flessione semplice

In altre parole, l’obiettivo è esprimere modulo |C| e posizione yc della risultante delle tensioni di compressione sul calcestruzzo tramite una coppia di coefficienti η e ξ che moltiplicano rispettivamente l’area rettangolare compressa (yna·b) soggetta alla tensione massima di calcolo (fcd), e la profondità dell’asse neutro (yna):

\displaystyle \begin{aligned} &C = \eta \cdot \left( y_{na} \cdot b \cdot f_{cd} \right) &&\text{forza di compressione} \\[3ex] &y_c = \xi \cdot y_{na} &&\text{profondità del centro di compressione} \\[3ex] \end{aligned}

In Figura 1 i simboli assumono il seguente significato (C = T, trattandosi di flessione semplice):

\begin{aligned} \small b &= \text{larghezza della sezione} \\[1ex] h &= \text{altezza della sezione} \\[1ex] d &= \text{altezza utile della sezione} \\[1ex] y_{na} &= \text{profondità dell'asse neutro} \\[1ex] \varepsilon_s &= \text{deformazione dell'acciaio teso} \\[1ex] \varepsilon_c &= \text{deformazione del calcestruzzo al lembo estremo compresso} \\[1ex] \sigma_c &= \text{tensione del calcestruzzo al lembo estremo compresso} \\[1ex] y_G &= \text{distanza del centro di compressione dall'asse neutro}\\[1ex] C &= \text{forza risultante di compressione nel calcestruzzo} \\[1ex] T &= \text{forza risultante di trazione nell'acciaio} \\[1ex] \end{aligned} \\[3ex]

Legame tensione-deformazione per il calcestruzzo

Per il calcestruzzo, la legge tensione–deformazione (σ–ε) assunta è di tipo parabola–rettangolo (p.es. indicata dall’Eurocodice 2 per classi di resistenza fino a C50/60), mostrata in Figura 2. Essa è costituita da un ramo di parabola ad asse verticale, con concavità rivolta verso il basso, passante per l’origine e con il vertice avente ascissa ε1 e ordinata fcd, che corrisponde alla resistenza a compressione di calcolo del calcestruzzo. Per valori di deformazione ε > ε1 ed εεu (deformazione massima), il valore di tensione è costante e pari a fcd. Giusto come annotazione, i simboli per le due deformazioni chiave usati nell’Eurocodice 2 sono εc2 ed εcu2, rispettivamente.

Parabola-rectangle stress-strain law for concrete
Figura 2. Diagramma parabola–rettangolo per la relazione tensione–deformazione del calcestruzzo compresso

L’espressione analitica del ramo di parabola si può ricavare agevolmente imponendo il passaggio per l’origine (0;0) e per il punto (ε1; fcd), e imponendo valore nullo per la derivata calcolata in ε1:

\displaystyle \begin{aligned} &\sigma_p (\varepsilon) = -A\varepsilon^2 + B\varepsilon + C &\text{[assumendo A > 0]} \end{aligned} \\[3ex] \begin{aligned} &I) &&\sigma_p(0) = 0 \quad \Rightarrow \quad C = 0 \\[3ex] &II) &&\sigma_p(\varepsilon_1) = f_{cd} \quad \Rightarrow \quad -A\varepsilon_1^2 + B\varepsilon_1 = f_{cd} \\[3ex] &III) && \left. \frac{d\sigma(\varepsilon)}{d\varepsilon} \right|_{\varepsilon_1} = 0 \quad \Rightarrow \quad -2A\varepsilon_1 + B = 0 \end{aligned} \\[3ex] B = 2A\varepsilon_1 \quad \Rightarrow \quad \text{[based on II]} -A\varepsilon_1^2 + 2A\varepsilon_1^2 = f_{cd} \\[3ex] A = \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2}; \quad B = 2\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \\[3ex]

Mettendo tutto assieme, si ricava pertanto la seguente funzione che esprime il legame tensione–deformazione:

\color{royalblue} \\[3ex] \boxed{ \sigma(\varepsilon) = \begin{cases} \displaystyle -\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2}\varepsilon^2 + 2\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1}\varepsilon & 0 \leq \varepsilon \leq \varepsilon_1 \\ f_{cd} & \varepsilon_1 \lt \varepsilon \leq \varepsilon_u \\ \end{cases} } \\[3ex]

A)   Risultante delle tensioni di compressione C

La forza di compressione per unità di larghezza (C/b) si ricava integrando le tensioni nel calcestruzzo:

\displaystyle \frac{C}{b} = \int_{0}^{y_{na}} \sigma(y) dy \\[3ex]

La tensione è stata definita in funzione della deformazione ε, ma è necessario esprimerla in funzione della distanza y dall’asse neutro. Avendo ipotizzato una distribuzione lineare di deformazioni sulla sezione (ipotesi di conservazione delle sezioni piane), da una semplice proporzione si ricava:

\displaystyle \frac{\varepsilon}{y} = \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} \quad \Rightarrow \quad \varepsilon = \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} \right) y \\[3ex]

A questo punto, il problema va separato in due casi distinti, a seconda che sia (1) εcε1 oppure (2) ε1 < εcεu. Per semplicità, si pone:

\displaystyle \alpha = \frac{\varepsilon_c}{\varepsilon_1} \\[3ex]

(1)   Deformazione εc ≤ ε1, ossia α ≤ 1

L’integrale da risolvere diventa:

\displaystyle \begin{aligned} \frac{C}{b} &= \int_{0}^{y_{na}} \left[ -\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} \right)^2 y^2 + 2\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} \right) y \right] dy = \\[3ex] &= \left[ -\frac{1}{3}\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} \right)^2 y^3 + \frac{2}{2} \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y^2 \right]_{y_{na}} = -\frac{1}{3}\frac{\varepsilon_c^2}{\varepsilon_1^2} f_{cd} y_{na} + \frac{\varepsilon_c}{\varepsilon_1} f_{cd} y_{na} = \\[3ex] &= f_{cd} y_{na} \left[ \alpha \left(1 - \frac{1}{3} \alpha \right) \right] \\[3ex] \end{aligned} \\ C_1 = \eta_1 \; y_{na} b \; f_{cd} \\[3ex] \boxed{ \eta_1 = \alpha \left(1 - \frac{1}{3} \alpha \right)} \\[3ex]

(2)   Deformazione ε1 < εc ≤ εu, ossia 1 < α ≤ εu1

Si può agevolmente risolvere l’integrale separando il contributo della parte parabolica, da 0 a y1, e quello della parte rettangolare, da y1 a yna. Si ottiene quindi:

\displaystyle \begin{aligned} \frac{C}{b} &= \int_{0}^{y_1} \sigma(y) dy + f_{cd} \left( y_{na} - y_1 \right) = \\[3ex] &= \frac{2}{3} f_{cd} y_1 + y_{na} f_{cd} - y_1 f_{cd} = \\[3ex] &= f_{cd} y_{na} - \frac{1}{3} f_{cd} y_1 \\[3ex] \end{aligned} \\

Ricordando la definizione di α, si ricava:

\displaystyle y_1 = \frac{y_{na}}{\alpha} \\[3ex] \frac{C}{b} = \left( 1- \frac{1}{3\alpha} \right) f_{cd} y_{na} = \left( \frac{3\alpha -1}{3\alpha} \right) y_{na} f_{cd} \\[3ex] C_2 = \eta_2 \; y_{na} b \; f_{cd} \\[3ex] \boxed{ \eta_2 = \frac{3\alpha -1}{3\alpha}} \\[3ex]

B)   Profondità del centro di compressione yc

La posizione della forza di compressione C è generalmente espressa come distanza dal lembo estremo compresso. La distanza dall’asse neutro, per definizione, si ricava dal rapporto tra momento statico S della distribuzione delle tensioni e momento di ordine 0 (ossia l’area A della distribuzione):

\displaystyle y_G \cdot A_{tot} = S_{tot} \quad \Rightarrow \quad y_G = \frac{S_{tot}}{A_{tot}} \\[3ex] y_G = \frac{\int_{0}^{y_{na}} \sigma(y) \cdot y \; dy}{\int_{0}^{y_{na}} \sigma(y) \; dy} \\[3ex]

Si distinguono nuovamente due casi, il primo per εcε1, che corrisponde ad α ≤ 1, e il secondo per ε1 < εcεu, ossia 1 < α ≤ εu/ε1.

(1)   Deformazione εc ≤ ε1, ossia α ≤ 1

I calcoli procedono come segue:

\begin{aligned} y_G &= \frac{\displaystyle \int_{0}^{y_{na}} \left[ -\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y \right)^2 + 2 \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y \right) \right] \cdot y \; dy}{\displaystyle \int_{0}^{y_{na}} \left[ -\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y \right)^2 + 2 \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y \right) \right] \; dy} = \\[6ex] &= \frac{\displaystyle \int_{0}^{y_{na}} \left[ -\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c^2}{y_{na}^2} y^3 \right) + 2 \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y^2 \right) \right] \; dy}{\displaystyle \int_{0}^{y_{na}} \left[ -\frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y \right)^2 + 2 \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y \right) \right] \; dy} = \\[6ex] &= \frac{\displaystyle \left[ -\frac{1}{4} \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c^2}{y_{na}^2} y^4 \right) + \frac{2}{3} \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y^3 \right) \right]_0^{y_{na}}}{\displaystyle \left[ -\frac{1}{3} \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c^2}{y_{na}^2} y^3 \right) + \frac{2}{2} \frac{f_{cd}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} y^2 \right) \right]_0^{y_{na}}} = \\[6ex] &= \frac{\displaystyle \left[ -\frac{1}{4} \frac{\cancel{f_{cd}}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c^2}{\cancel{y_{na}^2}} y_{na}^{\cancel{4} \; 2} \right) + \frac{2}{3} \frac{\cancel{f_{cd}}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{\cancel{y_{na}}} y_{na}^{\cancel{3} \; 2} \right) \right]}{\displaystyle \left[ -\frac{1}{3} \frac{\cancel{f_{cd}}}{\varepsilon_1^2} \left( \frac{\varepsilon_c^2}{\cancel{y_{na}^2}} y_{na}^{\cancel{3} \; 2} \right) + \cancel{\frac{2}{2}} \frac{\cancel{f_{cd}}}{\varepsilon_1} \left( \frac{\varepsilon_c}{\cancel{y_{na}}} y_{na}^{\cancel{2}} \right) \right]} = \\[3ex] &= \frac{\displaystyle \left( \frac{2}{3} - \frac{1}{4}\alpha \right) \cancel{\alpha}}{\displaystyle \left( 1 - \frac{1}{3}\alpha \right) \cancel{\alpha}} y_{na} = \frac{8 - 3\alpha}{4 \left(3-\alpha \right)} y_{na} \\[6ex] \end{aligned}

Ricordando la definizione di α, si ottiene:

\displaystyle y_G = \frac{\left( \frac{2}{3} - \frac{1}{4}\alpha \right) \cancel{\alpha}}{\left( 1 - \frac{1}{3}\alpha \right) \cancel{\alpha}} y_{na} = \frac{8 - 3\alpha}{4 \left(3-\alpha \right)} y_{na} \\[3ex]

Poiché la profondità che cerchiamo è data dalla differenza tra yna e la quantità ricavata sopra (yG), che esprime la distanza del centro di pressione dall’asse neutro, si ottiene la seguente espressione:

\displaystyle \boxed{ \xi_1 = \frac{4-\alpha}{4 \left( 3-\alpha \right)}} \\[3ex]

(2)   Deformazione ε1 < εc ≤ εu, ossia 1 < α ≤ εu1

Ricordando la proprietà additiva dei momenti statici, si ha che:

\begin{aligned} y_G &= \frac{S_{par} + S_{rec}}{A_{tot}} = \frac{\displaystyle A_{par} \cdot \left( 1 - \frac{3}{8} \right) y_1 + A_{rec} \cdot \frac{1}{2} \left( y_{na} + y_1 \right) }{\displaystyle A_{par} + A_{rec}} \\[3ex] &= \frac{\displaystyle \frac{2}{3} y_1 \cancel{f_{cd}} \left( \frac{5}{8} \right) y_1 + \left( y_{na} - y_1 \right) \cancel{f_{cd}} \frac{1}{2} \left( y_{na} + y_1 \right) }{\displaystyle \frac{2}{3} y_1 \cancel{f_{cd}} + \left( y_{na} - y_1 \right) \cancel{f_{cd}}} \\[3ex] &= \frac{\displaystyle \frac{1}{2} y_{na}^2 - \frac{1}{12} y_1^2}{\displaystyle y_{na} - \frac{1}{3} y_1} \\[3ex] &\text{poiché} \quad \frac{\varepsilon_c}{y_{na}} = \frac{\varepsilon_1}{y_1} \quad \Rightarrow \quad y_1 = \frac{\varepsilon_1}{\varepsilon_c} y_{na} = \frac{y_{na}}{\alpha} \\[3ex] y_G &= \frac{\displaystyle \frac{1}{2} y_{na}^{\cancel{2}} - \frac{1}{12} y_{na}^{\cancel{2}} \frac{1}{\alpha^2}}{\displaystyle \cancel{y_{na}} \; 1 - \frac{1}{3} \frac{\cancel{y_{na}} \; 1}{\alpha}} = \frac{\displaystyle \frac{1}{\cancel{12} \; 4 \alpha^{\cancel{2}}} \left( 6 \alpha^2 -1 \right)}{\displaystyle \frac{1}{\cancel{3\alpha}} \left( 3\alpha -1 \right) } y_{na} \\[3ex] &= \frac{6\alpha^2 -1}{4\alpha \left( 3\alpha - 1 \right)} y_{na} \\[3ex] \end{aligned}

Come prima, la profondità del centro di pressione è data dalla differenza tra la profondità dell’asse neutro yna e la distanza del centro di pressione da esso, ossia yG. Si ottiene quindi:

\displaystyle \boxed{ \xi_2 = \frac{6\alpha^2 - 4\alpha +1}{4\alpha \left( 3\alpha - 1 \right)}} \\[3ex]

Sintesi dei risultati ottenuti

Riassumendo, si ottengono le seguenti espressioni per valutare il coefficiente di riempimento η e il fattore di profondità del centro di pressione ξ in funzione di α, che rappresenta il rapporto tra le deformazioni εc ed ε1:

Primo caso:   0 < α ≤ 1   (i.e.  0 < εcε1)

\displaystyle \\[3ex] \color{royalblue} \boxed{ \begin{aligned} \eta_1 &= \alpha \left(1 - \frac{1}{3} \alpha \right); &\xi_1 &= \frac{4-\alpha}{4 \left( 3-\alpha \right)} \end{aligned} } \\[3ex]

Secondo caso:   1 < α ≤ εu/ε1   (i.e.  ε1 < εcεu)

\displaystyle \\[3ex] \color{royalblue} \boxed{ \begin{aligned} \eta_2 &= \frac{3\alpha -1}{3\alpha}; &\xi_2 &= \frac{6\alpha^2 - 4\alpha +1}{4\alpha \left( 3\alpha - 1 \right)} \end{aligned} } \\[3ex]

I risultati prodotti dalle formule precedenti, qualora si assuma ε1 = 2·10⁻³ ed εu = 3.5·10⁻³ (classi di resistenza fino a C50/60), sono tabulati in Tabella 1 e mostrati graficamente nella Figura 3. Come si può notare, la posizione del centro di pressione varia poco, da 0.333 (ossia 1/3) per \alpha \to 0, fino a 0.416. Al contrario, ovviamente, il coefficiente di riempimento varia da 0 a 0.816, in corrispondenza del valore massimo di deformazione. Per \alpha = 1 si ottengono risultati coerenti con quelli noti sulla parabola, ossia \eta = 0.667 (ovvero 2/3) e \xi = 0.375 (ovvero baricentro a 3/8 \text{ e }5/8 dagli estremi).

Si può trovare una rapida verifica tra risultati analitici e integrazione numerica nel file sottostante, elaborato con l’ottimo software freeware SMath Studio Desktop, che ho già usato in passato per scopi didattici.

Tabella 1 Valori assunti da η e ξ in funzione di α, qualora ε1 = 2·10⁻³ ed εu = 3.5·10⁻³ (classi di resistenza fino a C50/60)
α = εc / ε1εcηξ
0.100.2·10⁻³0.0970.336
0.200.4·10⁻³0.1870.339
0.300.6·10⁻³0.2700.343
0.400.8·10⁻³0.3470.346
0.501.0·10⁻³0.4170.350
0.601.2·10⁻³0.4800.354
0.701.4·10⁻³0.5370.359
0.801.6·10⁻³0.5870.364
0.901.8·10⁻³0.6300.369
1.002.0·10⁻³0.6670.375
1.102.2·10⁻³0.6970.381
1.202.4·10⁻³0.7220.388
1.302.6·10⁻³0.7440.394
1.402.8·10⁻³0.7620.400
1.503.0·10⁻³0.7780.405
1.603.2·10⁻³0.7920.410
1.703.4·10⁻³0.8040.414
1.753.5·10⁻³0.8100.416
Example of equivalent stress-bock coefficients
Figura 3. Andamento dei coefficienti η e ξ in funzione di α, ricavato per valori di ε1 ed εu pari a 2·10⁻³ e 3.5·10⁻³, rispettivamente

Riconoscimenti: le immagini sono state create ed elaborate con Inkscape e IrfanView. Il grafico in Figura 3 è stato ottenuto con LibreOffice Calc. Le elaborazioni nel file allegato sono state create con SMath Studio Desktop. Infine, le formule sono state inserite mediante il plugin \KaTeX for WordPress (link).

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